Chi l'avrebbe mai detto che il fashion system un giorno sarebbe stato utilizzato come spauracchio per i bambini? Un'artista spagnola ha fatto un esilarante esperimento sociale. Ha mostrato a dei bambini di otto anni delle foto di modelle, passerelle e strani abiti ed ha registrato le loro reazioni:
«Sembra spaventata», dice uno.
«Sembra… povera», aggiunge un altro.
«ha bisogno di un kit del pronto soccorso per essere curata», dice un'altro.
«O forse è ubriaca» taglia corto la piccola Rocío.
Mentre un bambino si mette ad analizzare la strana postura e conclude che quella ragazza nella foto deve avere una qualche malattia.
“Quella ragazza nella foto” è una modella. Una modella rinsecchita a dirla tutta, protagonista di una campagna pubblicitaria per un marchio di abbigliamento e accessori. E ad analizzare questa e altre foto di pubblicità ed editoriali per riviste di moda sono un gruppo di bambini di soli otto anni, intervistati da Yolanda Domínguez.
Impegnata nello sviluppare progetti su temi sociali, sul consumismo, sugli studi e le politiche gender, nel suo ultimo lavoro Niños vs. Moda la Domínguez ha avuto l’idea di utilizzare la percezione visiva (ancora “pura”, o quasi) dei piccoli per evidenziare la violenza implicita in alcune immagini e la disparità di trattamento tra uomini e donne: i primi spesso rappresentati come sani, felici, di successo, quasi dei supereroi; le seconde invece sole, tristi, malate, moribonde…
«Sono solo i bambini a percepire la violenza con cui le donne sono rappresentate negli editoriali di moda?», si chiede (e ci chiede) Yolanda Domínguez al termine del video.
E la risposta che probabilmente si sta insinuando ora nella mia, nella tua, nella nostra testa, la dice lunga sul livello di assuefazione a cui noi “grandi” siamo ormai arrivati, se ci vogliono i bambini a farci vedere davvero quel che in fondo è continuamente davanti ai nostri occhi.
Via FrizziFrizzi