“Ho visto cose che anche persone con il doppio della mia età non hanno mai visto nella loro vita”. La storia di Mojtaba Tavakoli, ragazzo rifugiato afghano di 22 anni, è al tempo stesso unica e comune a migliaia di minori che fuggono dall’Afghanistan per raggiungere l’Europa. Secondo il rapporto annuale Global Trends dell’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR), nel 2015, 2,7 milioni di persone sono fuggite dall’Afghanistan alla ricerca di protezione nel vecchio continente. Quando è fuggito dai Talebani, Mojtaba aveva solo 13 anni. “Il viaggio in Europa è stato molto duro. Durante la traversata in mare dalla Turchia alla Grecia, mio fratello maggiore è annegato. Da allora ho dovuto arrangiarmi da solo. Nella mia infanzia non c’era spazio per gli studi. Aiutavo i miei genitori nei campi, nella provincia di Ghazni. Erano agricoltori, coltivavano frutta e verdura. Eravamo circondati dai Talebani. La mia famiglia apparteneva alla minoranza Hazara, per questa ragione tutti noi rischiavamo la vita. Mi sentivo imprigionato. Non eravamo liberi di muoverci e vivevamo nel timore che prima o poi saremmo stati attaccati. L’Europa era la nostra unica speranza di trovare sicurezza. In Austria ho trovato una famiglia che mi ha aiutato e continua a farlo”.
Oggi Mojitaba ha 22 anni e studia Biologia molecolare all’Università di Vienna. Dopo il riconoscimento dello status di rifugiato, è riuscito a ricongiungersi con la sua famiglia afghana in Austria. Nel 2014, Mojtaba deve affrontare un altro terribile lutto, la morte a Vienna di suo fratello Mustafa a causa del cancro. La perdita dei suoi cari e la solidarietà di coloro che l’hanno accolto e aiutato è ciò che motiva Mojtaba, che oggi sogna un futuro nella ricerca sul cancro. “Voglio usare al meglio tutte le opportunità che mi sono state offerte e rendere orgogliosa la mia famiglia.” La storia di Mojitaba ci fa capire l’importanza di stare dalla parte dei rifugiati.
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