Non poteva che essere lui, l'artista cinese ribelle, Ai Weiwei, l'uomo capace di far diventare un selfie politica. Lo stesso uomo che proclama che tutto è arte tutto è politica, è stato in grado di far fare un selfie a personalità internazionali e farlo diventare un momento di consapevolezza e protesta.
I social media sono sempre stati parte della vita, della carriera e anche della rovina di Ai Weiwei, non ci dimentichiamo che è stato proprio a causa del suo blog se è finito in carcere per 81 giorni! Nel 2009, infatti, il blog di Ai Weiwei, aperto nel 2006, viene chiuso dalle autorità cinesi per la presenza di contenuti antigovernativi.
Per la sua opposizione al regime è stato recluso dal 2 aprile al 22 giugno 2011. La notizia dell'arresto è stata ripresa da tutti gli organi d'informazione mondiali. L'artista è stato confinato in una località segreta, senza che fossero mai state diramate notizie sulle sue condizioni.
Durante la detenzione, i principali musei del mondo hanno lanciato in suo favore una petizione online, che ha raccolto l'adesione di migliaia di persone. Solo il 15 maggio 2011 l'artista è stato autorizzato a vedere la moglie Lu Qiong. E il 22 giugno, a distanza di 81 giorni dall'arresto, è stato finalmente rilasciato su cauzione.
Oggi, da uomo libero, Ai Weiwei torna ad utilizzare i social network come protagonisti nella sua arte e nella sua protesta. Non più tanto attraverso i blog (che appartengono al passato) ma attraverso gli ormai popolarissimi selfie su Instagram. E se uno come Ai Weiwei si scatta un selfie, state certi, diventa politica!
Sentite cosa è accaduto recentemente a Berlino...
Dopo la scelta di chiudere la sua mostra a Copenhagen per protesta contro un atteggiamento poco accogliente verso i profughi, Ai Weiwei continua a parlare di migranti attraverso la sua arte e il suo telefonino!
Non gli bastava aver realizzato a Berlino un vero e proprio “memoriale” temporaneo dedicato ai migranti e ai rifugiati, ricoprendo con oltre 14 mila giubbotti di salvataggioi le sei colonne della sala da concerto Konzerthaus: adesso la protesta è passata in rete.
Durante un cena di beneficenza, sempre alla Konzerthaus, Ai Weiwei ha chiesto agli ospiti, tra cui Charlize Theron e Nadya Tolokonnikova, di smettere di mangiare per qualche istante e scattare una foto tutti insieme (vedi sotto). Ma non una normale foto ricordo: i commensali sono stati invitati a scattarsi un selfie indossando una coperta termica color argento come quella che si da' ai migranti quando vengono soccorsi. Chiaramente hanno tutti accettato! Lo scopo è quello di contrappore queste immagini, che nonostante la coperta termica, evocano ricchezza, serenità e benessere a quelle dei profughi che indossano la stessa coperta in momenti ben più drammatici.
Questa ennesima provocazione fa parte di un progetto che l'artista cinese sta portando avanti al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica all'apertura di corridoi umanitari per evitare ulteriori stragi nel Mediterraneo. Il salvagente o la coperta termica sono solo un simbolo, ma non sono una scelta casuale; questi stessi giubbotti salva vita sono al centro di un recente scandalo. Si è infatti scoperto che sono solitamente di pessima qualità e vengono fabbricati nelle industrie tessili turche. I trafficanti prima di iniziare le traversate li vendono ad un prezzo altissimo ai migranti. Sono quindi una fetta importante del business della tratta.
Concludo dicendo solo: #cinemaforpeace
Per vedere le altre foto vi consiglio di seguire Ai Weiwei su Instragram.