Sempre connessi, è un dato di fatto. Ventiquattr’ore su 24.
Chi non ha uno smartphone al giorno d'oggi? E' il mezzo che in modo semplice e diretto permette di raggiungere ed essere raggiungibili sempre, di poter comunicare in qualsiasi momento con il mondo, attraverso i social, chat ed sms.
Purtroppo però l'uso smodato di questo mezzo diventa per alcuni una vera e propria dipendenza, rischiando di vivere una “vita parallela” online, ma allontanandosi dal rapporto con il mondo.
Basta aprire gli occhi e guardarsi in giro. In qualunque posto. Sul tram, per strada, in fila alle poste, al bar, al parco. Guardatevi intorno: quante persone vedete con il telefonino in mano, che magari stanno giocando online o scrivendo un messaggio.
A volte si è talmente dipendenti dallo smartphone da arrivare a provare un senso di angoscia se il telefono ha la batteria scarica.
Questo comportamento è diventato una vera e propria patologia psichica che prende il nome di nomofobia, abbreviazione di no-mobile-phone fobia.
Il fotografo polacco Kamil Kotarba dedica alcuni suoi scatti proprio a questo argomento, attraverso la serie fotografica Hide and Seek, denunciando la cattiva influenza che gli smartphone hanno sulle relazioni tra le persone. Nelle sue foto Kamil ritrae scene di vita quotidiana, come ad esempio una classica serata passata sul divano o una cena al ristorante, in cui la presenza umana è però solamente “suggerita” da pezzi di braccia e mani che impugnano cellulari. Quindi luoghi, mani, e gli immancabili smartphone. Triste ma vero.
Queste fotografie sono raffinate, eleganti e realmente inquietanti: sembrano raffigurare scene post atomiche, atmosfere apocalittiche piene di tristezza e solitudine.
Hide and Seek, il famoso gioco Nascondino.
Ed è proprio questo il senso di questa serie di fotografie: nascondersi dietro uno schermo.
Secondo il fotografo infatti, “Invece di concentrarci sull’interagire con la gente attorno a noi, preferiamo guardare un piccolo schermo portatile che offre costantemente nuovi incentivi, senza le limitazioni di tempo e di spazio in cui ci troviamo. Per questo sembra un’attività molto più interessante di quello che stiamo facendo. Ma è davvero più interessante? Anche se siamo ancora in uno spazio reale, è come se non ci fossimo.
Le cose che succedono nella vita vera ci sfuggono. Siamo da qualche parte nel mezzo. Non ci preoccupiamo di essere e scegliamo di non partecipare. Allo stesso tempo siamo online, in contatto coi nostri amici. Ci nascondiamo dietro agli schermi mobili. Giochiamo a nascondino”.
Possiamo dire quindi che oltre ad essere alla portata di tutti, la tecnologia oggi è letteralmente “nelle mani” di tutti.