May Parlar è una fotografa e video-artist che vive tra Istanbul, Berlino e New York. Crea immagini performative che esplorano la condizione terrena e l'esperienza nomade dell'essere umano nelle realtà costruite. L'idea di sé, tempo e memoria e le nozioni di appartenenza e alienazione sono temi ricorrenti nella sua arte. May Parlar è stata selezionata per il premio Aesthetica Art Prize 2019, per la serie di autoritratti dal titolo "Solitudine collettiva".
Altra serie degna di nota è quella dal titolo Once I Fell In Time, un progetto dove May Parlar ha fotografato una serie di installazioni temporanee di oggetti sospesi in aria in differenti contesti e paesaggi naturali. Stivali di gomma, camicie o palline sono stati disposti secondo degli schemi curvilinei, seguendo o entrando in contrasto con ciò che li circondava.
Gli oggetti rappresentano le persone e i ricordi che verranno dimenticati, sono sospesi in aria, legati alla terra da fili sottilissimi, ma non volano via perchè non sono ancora perduti per sempre, torneranno indietro, verranno riciclati, pronti per diventare i ricordi di qualcun altro.
May si è laureata in Architettura e Design Sostenibile. Al centro del suo lavoro c’è l’interesse per il rapporto tra passato e futuro, il significato di identità, percezione e appartenenza. I suoi scatti sono stati esposti e pubblicati a livello internazionale, nel Regno Unito, in Francia, Germania, Spagna, Italia, Grecia, Stati Uniti e Turchia.
Concludono il quadro dei suoi lavori gli scatti dal titolo “Nomadic Realities”, delle bizzarre unioni tra oggetti, uomo e natura.
All images ©May Parlar
More info: https://www.mayparlar.com/