Siamo quello che mangiamo? E’ un interrogativo che ci poniamo spesso negli ultimi tempi. Il cibo è un argomento sempre all’ordine del giorno e proprio su questo tema si basa gran parte dell’economia mondiale. Nei Paesi così detti più industrializzati, è passata la moda del “junk food” ed il nuovo corso è dedicato ad un’alimentazione più sana; meno carne più verdure, via libera a tutto ciò che è considerato “bio”. Difficile però seguire nella vita di tutti i giorni una dieta mediterranea al 100%. Le ore corrono veloci, il tempo per cucinare è quello che è; quindi di necessità virtù e i cibi confezionati la fanno ancora da padrone. Chi è più attento, prova a leggere e a capire gli ingredienti scritti (per legge) dietro a packaging invitanti. Difficile tradurre il contenuto per chi non è un chimico. A questa frustrazione quotidiana, ha provato a dare una risposta un progetto fotografico molto interessante.
Dwight Eschliman, fotografo di San Francisco, è specializzato nella tecnica still life & commercial. Collabora con i più importanti brand del pianeta e le sue realizzazioni sono apparse in magazine illustri come: The New York Times Magazine, Esquire, GQ, Outside Magazine, New York Magazine, San Francisco Magazine, Dwell, e Wired.
Dwight Eschliman ha realizzato, con il contributo dello scrittore scientifico Steve Ettlinger, il libro Ingredients: A Visual Exploration of 75 Additives & 25 Food Products.
Un volume di oltre 270 pagine all’interno del quale sono classificati ben 75 tra i più comuni additivi alimentari. Fotografie corredate con didascalie che indicano la composizione chimica dei 25 cibi più diffusi nell’alimentazione (americana). Dalle patatine alle barrette proteiche, passando per il ketchup fino ai cibi “bio”. Una de-costruzione visiva puntuale che rende tutto più chiaro. Il cibo nudo senza paillettes, sembra meno appetitoso.
All images ©Dwight Eschliman
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