Da Londra a Milano il mondo del fashion business corre frenetico, tra marciapiedi autunnali affollati di personaggi in outfit improponibili, fotografi e fashion blogger in posa magnum e sfilate magiche, in cui tempo e spazio si fermano d’incanto. Eh sì, è tempo di sfilate gente, le fashion week sono in corso e gli eventi chic impazzano. Allora ecco, vi racconterò un po’ che succede in passerella, perché se di favole vogliamo parlare, il mondo fiabesco della sfilata di Gucci mi ha proprio stupito. E se è riuscito a stupire un fumetto, immagino cosa possa fare a voi.
La poesia di Gucci, la sua rappresentazione del mondo moderno, ha superato l’immaginazione. Non c’è storia. Una leggera nebbia, una luce diffusa, moquet rosse e divanetti in velluto, è la location di una sfilata dalla visione lucida, che racconta cosa significhi davvero sia la modernità.
Si passa da pantaloni a zampa anni ‘70 alle borchie punk degli accessori, richiami alla Cina antica e al Rinascimento italiano, capi da uomo per donna e viceversa: tutto insieme, contaminato e contaminante, senza preconcetti o limitazioni, il bello che si sviluppa in un sogno e trasporta lontano lontano.
I tessuti vanno dalla seta al denim, passando per lo chiffon al latex. Abiti lunghi con le balze sfilano insieme a tailleur sartoriali: le cravatte si assottigliano e compaiono i papillon, rigorosi gilet e mini fantasie, abbinate a scarpe in pelle di serpente. Il messaggio è chiaro, la moda sarà per addizione e non più sottrazione, salutiamo il minimal e apriamo le braccia alla fantasia. Sappiamo tutti che nessuno di voi andrà mai vestito così in giro, per questi modelli la sobrietà non è neppure una lontana parente.
Però sognare è bello, e partire per un viaggio con la fantasia non fa mai male; io in un mondo senza pregiudizi e limitazioni nel Wonderland di Gucci ci vivrei alla grande. Voi? Guardate e immaginate, ma per il momento non imitate… chissà… un giorno…
Al prossimo viaggio, Eddie Rude (eddierude.com)