Le sarte vecchio stampo avranno vita breve: una studentessa israeliana, Danit Peleg, per la sua tesi di laurea allo Shenkar College ha creato una collezione di abiti interamente stampati in 3D.
La collezione si compone di cinque outfit più un paio di scarpe, tutto realizzato in Filaflex, un materiale che ha la caratteristica di essere molto flessibile. I suoi abiti non sono dei prototipi ma sono outfit indossabili e completi. Si parte da un abitino nero effetto maglia con profonda scollatura, una giacca rossa decorata con la scritta " Liberté ", una gonna lunga abbinata a un mini top, fino ad arrivare a due mini abiti: uno bianco senza maniche e uno color menta con maniche corte. A vederli non sembrano nemmeno scomodi!
Il motivo a triangolo che si ripete come una trama in tutti i modelli viene ripreso, come ammette Danit, dal famoso quadro La Liberté guidant le peuple, di Eugène Delacroix. Nel dipinto la figura femminile che incarna la Libertà è posta al vertice della struttura piramidale su cui l'autore costruisce l'opera: da qui il triangolo!
Certo il mondo della moda sta cambiando, l'abbiamo detto più volte, ma questa sembra una vera rivoluzione. In questo modo cambiamo i soggetti chiamati in causa nella “filiera della moda”, a partire dai negozi e dai produttori di tessuti. Tutti i livelli di “intermediazione” tra chi produce e chi acquista sono a rischio estinzione. In questo modo basterebbe scaricarsi il file del modello desiderato e stamparselo in 3d a casa!
Ovviamente il passaggio da creativo a commerciale è ancora lontano. La diffusione delle stampanti 3D a livello non professionale è ancora molta bassa e i prezzi, se pur in calo, non sono ancora competitivi e la velocità di stampa è molto ridotta.
Sono sempre stata attratta della tecnologia -dice Danit- e dal rapporto tra design e moda. Io credo che la tecnologia contribuirà a democratizzare la moda e dare ai progettisti una maggiore indipendenza nel processo di creazione .