Dran è una via di mezzo tra Tim Burton – per la trasposizione della realtà nuda e cruda – e Antoine de Saint Exupéry – per l’approccio limpido e fanciullesco – E’ un graffitaro francese ed è molto noto agli addetti ai lavori, alla stregua di Bansky, per intenderci. A differenza di quest’ultimo, però, Dran è spietato e senza filtri; alcuni suoi lavori sono al limite dello splatter, i suoi protagonisti preferiti sono bambini che subiscono la violenza della società, la denunciano, la scherniscono.
C’è un Gesù Cristo che prende a pugni Babbo Natale, un bambino obeso che abbraccia la sua fidanzatina immaginaria disegnata da lui stesso, lo stereotipo della famiglia perfetta, dell’uso delle armi. Dran prende spunto dalla realtà, così come vuole la tradizione della street art. La analizza così minuziosamente da sembrare un chirurgo. Ma ha un lato romantico che difficilmente si percepisce in lavori simili: un romanticismo cinico, a volte perfino sadico.
Non può non colpire l’immaginario comune, soprattutto se si visita il suo sito: ad accogliervi ci sarà musica jazz d’atmosfera e la rappresentazione di quello che potrebbe essere il suo studio. Questo l’incipit della homepage:
“Comme je ne sais pas écrire, j’ai prefèré faire un dessin.”
Traduzione: siccome non so scrivere, ho preferito fare un disegno. Vi ricorda qualcosa? ” Dessine-moi un mouton…” (Le Petit Prince, A. de Saint Exupéry). Entrando (virtualmente) di nascosto nel suo regno scoprirete il suo immaginario. E scoprirete anche che l’onestà d’intenti di Dran si trova in ogni sua singola opera.
Di Anna Castiglioni per ”Artsblog“