Amandine Urruty è un'artista francese che vive e lavora sul suo letto con una valigia piena di penne sempre nelle vicinanze, pronta a realizzare illustrazioni davvero assurde appena sopraggiunge l'ispirazione. Come si faceva un tempo per i ritratti di famiglia, i personaggi di Amadine Urruty posano in maniera composta ed elegante come se fossero difronte ad un artista pronto ad immortalarli, ma i personaggi di Amadine non sono persone normali, sono figure strane, mostri e bestie frutto della sola immaginazione.
Un bambino ha una palla stroboscopica al posto della testa, un altro è circondato da zucche in miniatura, altri hanno palloncini al posto della testa. Una mamma con una scopa in testa tiene per mano il suo bambino, persone che indossano maschere grottesche e un pupazzo di neve che fa la sua apparizione nel ritratto come un qualunque membro della famiglia.
Il risultato è un'opera quasi barocca, uno sforzo di equilibrio tra l'eleganza delle più nobili rappresentazioni d'epoca e la volgarità più grossolana del popolo: un incontro improbabile tra il Muppet Show e fantasia del Medioevo. Lo stile di Amandine è così sofisticato che provoca nello spettatore uno strano senso di normalità difronte a questi strani mondi: accettiamo completamente questi personaggi a forza di guardarli. La curiosità che evocano è quello che ci coinvolge in modo strano e ci tiene attaccati all'opera, alla scoperta di ogni dettaglio.
La commistione di strani elementi che rimandano a riti religiosi ancestrali e dettagli splatter fa venire veramente i brividi e ci tiene sospesi in quella tensione da film dell’orrore, in cui ci si aspetta sempre che qualcos'altro sia in arrivo o stia per accadere.
C'è qualcosa di affascinante e bizzarro nelle illustrazioni di Amandine Urruty. Come nei ritratti vittoriani, i personaggi dell'artista francese posano serafici, sono ben educati e hanno un'ottima postura, sembrano nobil uomini e nobil donne di un universo parallelo. L'assurdo li colpisce alle spalle e loro ignari continuano a posare.