L’Arte di Strada in tutte le sue forme variegate è entrata di prepotenza nelle vite (e sui muri) di ognuno di noi. Una forma di comunicazione sociale impattante, globale e aggregativa. Un movimento orizzontale planetario che grazie alle immagini virali e ai social network, crea e diffonde messaggi di denuncia, colorando tutto ciò che è ritenuto “grigio” e abbandonato.
Facciate cieche, bidonvilles, detriti di ogni tipo, carcasse di navi, automobili, cassette postali arrugginite, si trasformano in spazi da recuperare con le idee. Ogni angolo buio può avere una seconda chance, un vestito migliore. L’altra faccia della medaglia però, è il vandalismo di tutti quelli che, senza avere la minima dote artistica, riempiono di scritte le nostre città.
Arte o Vandalismo? Non è solo la domanda alla base del pampleth di Leandro Abeille ma anche uno spartiacque che dovrebbe indirizzare le politiche sociali delle amministrazioni cittadine. Scoprire dove inizia l’arte e garantire ad essa un impulso e dove, invece, ci sia vandalismo, cercando di porre un freno, è un tema d’interesse collettivo per i professionisti della comunicazione, gli addetti del mondo dell’Arte e le Istituzioni. In Italia, solo da pochi anni si studia attentamente il fenomeno cercando di incanalarlo in un percorso di opportunità. E’ un inizio promettente ma che deve trovare ancora una gestione condivisa.Il ruolo centrale del dibattito dovrebbe essere affidato alla Scuola, l’organo preposto alla diffusione dell’educazione civica, della cultura e dell’Arte.
Gli Enti Locali, a livello territoriale, hanno invece il compito di combattere il fenomeno degli “imbrattatori”. Nella Città di Roma, abbiamo contribuito a creare un protocollo d’intesa (Urban Act, ottobre 2010) che concedesse spazi pubblici agli artisti. Ad oggi l’esperimento segnala una contrazione significativa delle “scritte selvagge”.
Una dimostrazione che all’inasprimento delle giuste pene per i vandali, deve corrispondere un riconoscimento concreto a questa forma di Arte che ha il vantaggio di essere a disposizione di tutti e senza padroni.
Nel prossimo futuro, così come in molte Metropoli Internazionali, sarà possibile creare veri e propri percorsi turistici, musei a cielo aperto, gratuiti, alla portata di tutti.
E’ una sfida creativa a portata di mano; una rivincita dei territori periferici, dei giovani che vogliono esprimere, tramite l’Arte, il loro messaggio.
Buona lettura
Gabriele Bondanini, Urban Contest.