Graziano Locatelli è un artista che si muove tra Roma, Milano e Londra ed è un po' difficile da collocare nel panorama italiano.
E' giovane, è autodidatta ed i suoi lavori sono un misto di differenti materiali poveri: delle opere mixed-media composte da piastrelle, metallo, cemento e colla.
Come un vero muratore, unisce piastrelle da cucina o da bagno, le incastra tra loro, per poi
spezzarle sapientemente, mai in modo casuale, donando al lavoro finale una tridimensionalità ed un'armonia dinamica e drammatica.
La drammaticità sta forse anche nell'unire un materiale come le piastrelle, che tutti conoscono, e che sono quasi simbolo di casa, di comfort, alla violenta distruzione delle stesse, lasciando lo spettatore senza più certezze.
E' come se nella totale quiete di un istante ben preciso, qualcosa spezzasse il silenzio per mostrarci la vera realtà che si nasconde dietro l'apparenza delle cose.
La voglia di evadere sembra il filo conduttore di questi lavori: evadere dalla realtà, evadere da dei canoni o da alcuni stereotipi, anche artistici se vogliamo, che forse sono diventati stretti: per Locatelli forse è il momento di romperli, per ottenere il proprio spazio, la propria libertà espressiva.
Sembra quasi un parallelismo con i bisogni delle nuove (ma anche vecchie) generazioni, sempre alla ricerca del proprio spazio e del proprio posto nel mondo.
Spesso dai tagli e dalle rotture delle piastrelle possiamo intravedere sbucare una mano o un mezzo busto, una figura che ha sicuramente chiaro in mente ciò che vuole e sta superando i propri limiti pur di venirla a prendere.
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