Perché a volte l'arte si presenta sotto forme esagerate, nauseabonde, provocatorie e di cattivo gusto?
Io una risposta me la sono data! Perché altrimenti gli spettatori non si sforzerebbero di comprenderla davvero. Mi spiego meglio con un esempio: Andrea Hasler, un artista statunitense, ha realizzato una scultura dedicata ad una protesta femminile contro il nucleare. Questo lavoro si intitola Matriarch e se l’artista non l'avesse realizzata con le sembianze fuori misura di una tenda da campeggio fatta di carne, con tanto di budella e interiora in bella vista, io (e come me tanti altri) non l'avrei mai scoperta ne capita.
L’opera in questione fa riferimento alla protesta pacifica sotto forma di campeggio che 30 mila donne fecero nel 1981 a Greenham, probabilmente la più grande protesta femminile degli ultimi tempi: l’artista ha sintetizzato questo evento in un "viscerale rifugio fatto di carne".
L'effetto disgustoso dell'opera in realtà cela qualcosa di più intimo e profondo, un'analisi sulla società molto più ferrata e potente, che nel significato scalza via l'effetto shock iniziale.
Tutte le sue sculture sono caratterizzate da una tensione tra attrazione e repulsione e sono fortemente influenzate da artisti come John Isaacs, Berlinde De Bruyckere e Louise Bourgeouis. Ciò che contraddistingue il suo lavoro è il presupposto che dietro ogni superficie liscia e patinata si nasconda un abisso di desiderio e passione proibita.
Così, anche per trattare il dibattuto rapporto tra individuo e consumismo, Andrea nel suo ultimo lavoro dal titolo Burdens of Excess gioca con il rapporto esterno-interno, ossia con tutto ciò che all'esterno è luccicante ma dentro in verità nasconde un lato fetido. L’opera, anch'essa repellente a prima vista, rappresenta prodotti di lusso come borse e scarpe sotto forma di organi umani. Burdens of Excess è la rappresentazione di un'elegante boutique di lusso con seducenti pareti nere, scaffali e pavimenti scintillanti e oggetti putridi esposti come fossero merce in vendita.
Il punto cruciale dell’istallazione è che il desiderio per gli articoli di lusso così come il lato più oscuro della chirurgia plastica, l'orrore e il dolore che questa cela, sono entrambi sinonimo di ciò che il glamour di Hollywood rappresenta per l’artista: entrambi servono per essere accettati nella società ed entrare a far parte di una "tribù".