In Svezia la bicicletta è un mezzo sempre più usato per gli spostamenti, grazie anche alle innumerevoli piste ciclabili che tagliano la città.
Nel 2005 è entrata in vigore una legge per la tutela dei ciclisti che obbliga all'utilizzo del casco quando si gira in bici.
Il casco è sempre stato un po' il dramma di ciclisti e motociclisti: è brutto, non è mai stato particolarmente evoluto negli anni dal punto di vista della “moda”, risulta scomodo, ingombrante e rischia sempre di spettinare le acconciature dei capelli.
Ed infatti ci volevano due donne per progettare e realizzare un casco per ciclisti che risolvesse finalmente la questione “look”: cosa c'è di più semplice che indossare un casco invisibile?
Anna Haupt e Terese Alstin sono due studentesse di design, e per portare a termine il loro progetto “impossibile” ci sono voluti sette lunghi anni fatti di prove, finanziamenti, esperimenti e fallimenti.
Ma alla fine sono riuscite a mettere a punto il primo casco invisibile, dal nome Hovding.
In realtà non si tratta di un vero e proprio casco ma di una sorta di scaldacollo, rifinito con texture fashion, che funziona con lo stesso principio dell'airbag.
Al momento dell'urto o della caduta, grazie a sensori di movimento montati all'interno del collare, un sistema riempie di gas elio l'Hovding facendolo gonfiare intorno alla testa, lasciando libero solo lo spazio per gli occhi.
Guardate il video e capirete bene come funziona.
Forse i più scettici storceranno il naso davanti a questa idea, ma sappiate che questo progetto ha già superato i crash test imposti dalla comunità europea, garantendo gli standard in termini di sicurezza.
Lo potete trovare già in vendita sul sito ufficiale ed il prezzo si aggira attorno ai 300 euro. Certo, non è poco, ma stiamo comunque parlando della nostra sicurezza.
E poi scegliete voi se investire questi soldi nel progresso, o utilizzare i caschi attuali ma dover fare due messe in piega a settimana...