Una storia tutta italiana, accomuna i desideri di chi pensa in grande e ama la bellezza in senso assoluto; quella storia nasce a Modena nel 1947 con l’uscita del primo modello di auto chiamato Ferrari. Brand per eccellenza del Made in Italy, ha trovato la strada del successo grazie alla passione del suo creatore Enzo Ferrari, che ha dedicato interamente la sua vita ad un incessante lavoro artigianale e alla ricerca delle più innovative tecnologie disponibili. La Ferrari così come l’iconico e indimenticabile Cavallino Rampante che le rappresenta, sono l’ideale collettivo per ogni automobilista del pianeta. Questo “sentiment” è misurato anche in modo scientifico e la prestigiosa società di consulting Brand Finance, negli ultimi due anni ha premiato il marchio Ferrari come “il più forte” del settore automotive, con un rating AAA+ di 91.5 punti; quasi la perfezione. Con una storia e un presente così, appare scontato come ogni attività sportiva e non, o come ogni oggetto che sia affiancato al Cavallino Rampante diventi un successo annunciato. Ferrari auto da corsa su pista, su strada, uno sterminato settore merchandising e di accessori, Parchi tematici dedicati all’entertainment e molto altro. Non tutti conoscono però, la storia e le vicende della prima e unica motocicletta Ferrari. Siamo agli inizi degli anni 90’ e l’ingegnere inglese David Kay della David Kay Engineering scrive una lettera a Piero Ferrari, (figlio di Enzo), per chiedere di poter utilizzare il mitico Cavallino Rampante su un modello unico di motocicletta, per celebrare il fondatore scomparso nel 1988. In seguito alla visione dei bozzetti e ad alcune riunioni strategiche con il gotha di Maranello, David Kay ottiene il placet; la sua brillante intuizione può diventare realtà!
La Ferrari unique su due ruote, è stata denominata “900” come la sua cilindrata. David Kay ha sviluppato il progetto con una produzione di 3000 ore, ben cinque anni di lavoro; Ferrari 900, ha un motore trasversale doppio albero a camme in testa, quattro cilindri, otto valvole con carcassa in magnesio e lega, montato su un cambio a cinque marce. Sebbene non sia stata testata a pieno regime, poiché prototipo, ha una velocità massima stimata di 265 km/h sviluppando 105 CV a 8.800 giri/min con un peso a secco di soli 172 kg. L’inimitabile Cavallino Rampante è presente con tutto il suo prestigio sul serbatoio e in alcuni punti del propulsore. Come previsto, una volta ultimata, la Ferrari 900 creò una grande attenzione e popolarità presso i media di tutto il mondo ma anche curiosità e giudizi discordanti tra gli estimatori e tifosi della Casa automobilistica di Maranello. Il design che evoca chiaramente linee anni 70’ non convinse del tutto il pubblico che comunque apprezzò la novità e l’unicità progettuale. Le vicissitudini dalla creazione di Ferrari 900, raccontano quasi 10 anni di esposizioni tra le più importanti Fiere Automobilistiche/Motociclistiche ed eventi internazionali prestigiosi. Quasi fosse la Bella del Reame, ormai sfiorita alla fine del suo lungo viaggio, Ferrari 900 fu messa all’asta una prima volta nel 2008 ad un prezzo base di più di 200 mila euro, giudicato troppo alto dai potenziali acquirenti. Un secondo tentativo la vide protagonista sulla piattaforma tecnologica E-Bay ad un prezzo addirittura maggiore del precedente, più di 300 mila euro, con un altro risultato negativo. Poi la svolta nel 2012, quando la casa d’aste inglese Bonhams, comunicò che il 29 aprile a Stafford, era stata venduta l’unica Ferrari a due ruote, alla ragguardevole cifra di 85 mila sterline (circa 100 mila euro).
Le due ruote e il brand Ferrari sembra che da allora continuino a studiarsi a distanza ma senza troppa convinzione. Molte sono state le incursioni di designer più o meno noti con proposte progettuali volte a dimostrare come un modello non prototipale a due ruote targato Ferrari possa incontrare i favori unanimi da parte del pubblico. Tra gli esempi più curiosi, ricordiamo una proposta nel 2008 del designer israeliano Amir Glinik, che studiò un concept sviluppato interamente in 3D, basato addirittura sui propulsori delle auto Ferrari con comandi simili a quelli di un Jet militare. Voci e gossip si diffusero nel 2014, quando alcuni media diffusero la notizia, poi smentita seccamente, di registrazioni di brevetti Ferrari su motori e tecnologie dedicate al mondo delle due ruote. Ciclicamente se ne parla e si aprono dibattiti sull’opportunità di un progetto tanto discusso quanto sognato. I mercati di riferimento del Cavallino Rampante, come la Cina e gli Emirati Arabi siamo convinti possano apprezzare una rivoluzione del genere. Chissà che il nuovo corso Ferrari, nel prossimo futuro dia il via alla produzione di una due ruote, accontentando gli appassionati più esigenti delle moto, i Ferraristi della prima ora e tutti gli amanti della tecnologia e del design.
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